Anno II - Aprile 2004 - Numero 3

Parola&parole
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pep3 - CHF 5.- / € 3.-

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EDITORIALE
Perché leggere la Bibbia oggi?
di p. Callisto Caldelari

 

     Chiedersi perché leggere la Bibbia oggi, per un essere umano in Occidente e, in particolare, per un cristiano, è una domanda quasi inutile; sarebbe come se un giovane, che volesse iniziare a studiare elettrotecnica, si chiedesse: «Perché devo leggere un manuale di elettrotecnica fondamentale?». Sarebbe come se una persona, che volesse studiare l'inglese, si chiedesse: «Perché devo prendere in mano la grammatica inglese?».
     La Bibbia infatti, per i cristiani, è il testo fondamentale della loro religione: senza Bibbia non c'è cristianesimo (1). A mio modo di vedere le motivazioni per le quali soprattutto oggi, questo testo deve essere, non letto, ma studiato ed assimilato, sono quattro.
     • La prima: conoscere le proprie radici. Il frutto di un albero che ha delle radici profonde, ben abbarbicate nel terreno, dal quale esso trae i succhi necessari per produrre dei frutti saporiti, è molto diverso dai frutti che produce un albero che ha pochissime radici e appare semidivelto dalla terra. Produrrà certamente qualche frutto, ma rinsecchito, non commestibile o privo di sapore. Molti cristiani, oggi, danno l'impressione di essere alberi dai pochi frutti o con frutti bacati, proprio perché non hanno delle radici profonde.
     La loro religione è fondata, direbbe Gesù, sulla sabbia e non sulla roccia solida della Parola di Dio, o per stare al nostro paragone, si inserisce in un terreno povero e non in un terreno ricco di umori e sostanze nutritive. Sono alberi piantati nella "sabbia" della religiosità, nella "sabbia" delle emozioni, nella sabbia del sentimento momentaneo, non sulla Bibbia e sui suoi messaggi. Soltanto una lettura profonda, attenta, attualizzata della Bibbia può far sì che la linfa dello Spirito di Dio permei tutto l'albero della nostra vita, cosicché i frutti di opere buone che noi produrremo abbiano veramente un sapore biblico, quindi il sapore della volontà di Dio.
     • Il secondo motivo per cui oggi è importante studiare la Bibbia, approfondirla, viverla, è lo scopo di mantenere un dialogo, almeno corretto con le altre due religioni monoteistiche che pure alla Bibbia si rifanno: l'ebraismo e l'islam. Le difficoltà  tra cristiani ed ebrei sono nate spesso per la mancanza di conoscenza di questo testo comune quindi, ancora una volta, della conoscenza delle proprie origini. Il Primo Testamento dovrebbe essere un libro aperto per tutte e due le religioni; si chineranno su di esso secondo le proprie tradizioni, le proprie interpretazioni, ma quella Parola resta unica per tutte e
due. E anche con l'islam il rifarsi alla Bibbia, alle grandi figure profetiche che sono comuni, può essere un mezzo per capirci di più e, soprattutto, per non combatterci.
     • Il terzo motivo per cui noi cristiani dobbiamo conoscere la Bibbia è l'esigenza di dare una testimonianza della nostra fede al mondo d'oggi. Cogliamo, sin dai primi capitoli dalla Genesi, i grandi messaggi che possono essere utili per la convivenza sociale di oggi e che noi, quindi, dobbiamo proporre se vogliamo essere fermento e lievito in questa società.
     Prendiamo, per esempio, il contenuto espresso nel cosiddetto `peccato originale": non siamo delle divinità, siamo dei poveri uomini, immagini sì di Dio, ma immagini fragili, molte volte sbiadite. Soprattutto non possiamo attentare al suo trono, alla sua divinità, ciascuno di noi è "adam" (cioè terreno) e dobbiamo rifiutare ogni tentazione diabolica (`diverrete come Dio').
     Il messaggio del diluvio universale conduce al rispetto per la natura, all'amore per le cose belle, alla ricerca dell'arcobaleno della pace. Il messaggio che emerge dal brano relativo alla Torre di Babele discende dal fatto che gli uomini, pur parlando la stessa lingua, non parlavano più lo stesso linguaggio, non si capivano più, magari perché c'erano delle caste sociali impermeabili. C'era chi guardava dall'alto in basso e chi era in alto comandava, e chi era in basso doveva per forza ubbidire, magari sotto la sferza dell'aguzzino.
     Ebbene, se noi confrontiamo queste poche notazioni derivanti dalla Bibbia con alcune direttrici culturali contemporanee, notiamo che anche oggi la nostra società divinizza cose effimere, non rispetta la natura e non ricerca la pace; crea volutamente delle disuguaglianze sociali per far sì che ci sia sempre chi può comandare e chi deve ubbidire.
     Sono poi di grande attualità i messaggi del Vangelo, per esempio, le beatitudini, la povertà dello spirito, la sincerità nella parola: Il vostro sì sia sì se è sì, no se è no, tutto il resto viene dal maligno ". Vi sono varie espressioni del grande comandamento dell'amore, ossia non soltanto "Amerai il Signore Dio tuo e il prossimo come te stesso", ma anche "Amatevi come io ho amato voi ", e come Lui ci ha amati?... "Nessuno ama più di colui che dà la vita per la persona amata ".
     • Infine la Bibbia può essere anche il libro utilissimo per un costruttivo colloquio con gli agnostici che considerano questo testo per quello che è, cioè uno dei massimi capolavori storico-letterari dell'umanità e, forse, la fonte più ricca da cui sono sgorgati infiniti altri capolavori nelle più diverse branche: musica, teatro, letteratura, pittura, ecc.
      Su basi bibliche gli uomini colti e onesti possono sempre costruire un'umanità migliore.

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1) Vedremo, anche alle pp. 7-16 di questo numero, quanto questo discorso valga, in forma diversa ma egualmente decisiva, anche per gli ebrei.

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Perché leggere la Bibbia oggi?
di p. Callisto Caldelari

 

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