Anno I - 2003 - Numero 1

Parola&parole
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pep1 - CHF 5.- / € 3.-

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EDITORIALE
Per vivere e far vivere da esseri umani
di Ernesti Borghi

 

     La Bibbia è la fonte primaria di riferimento per la fede dei cristiani e una delle radici essenziali della cultura dell'Occidente. Coloro che si dicono credenti nel Dio di Gesù Cristo e chi segue altre strade alla ricerca del senso della propria vita possono trovare nelle sacre Scritture ebraiche e cristiane un'ispirazione decisiva per le scelte fondamentali dell'esistenza e per i propri comportamenti quotidiani. Questi non sono discorsi accademici né considerazioni basate su valori oggi irrimediabilmente desueti.
     Nell'Europa euro-atlantica la vita di gran parte della popolazione sembra contrassegnata da tre costanti socio-culturali:
     • la persuasione che economia e finanza debbano essere il cuore di ogni realtà e che qualsiasi azione umana debba essere ricondotta a finalità economicistiche che mirano ad uno sviluppo essenzialmente materiale;
     • la difficoltà crescente nel vivere le relazioni interpersonali più importanti (anzitutto quelle familiari) in termini di stabilità, responsabilità e fiducia, nell'interazione intima di cuore e cervello, emotività e razionalità;
     • il prevalere di una produzione e fruizione culturale che prediligono la spettacolarizzazione facile ed emotivistica rispetto alla pazienza dell'analisi rigorosa e allo sforzo dell'interpretazione fedele e vitalizzante.
     A fronte di questo quadro, ricco di ambiguità, negli ambienti ecclesiali e nei cosiddetti ambienti 'laici" o "non credenti" si nota un interesse sempre più evidente per la Bibbia. Perché capita tutto questo? In una società come la nostra che vive spesso sull'ingiustizia della sperequazione tra Nord e Sud del mondo, il desiderio di bellezza e di bontà l'una interagente con l'altra aumenta, in modo particolare non appena si sperimenta la strabocchevole serie di possibilità culturali a portata di mano e la montante difficoltà di raggiungere una serenità di vita degna dell'essere umano.
     Nella Svizzera italiana la lettura e diffusione della Bibbia ha conosciuto, nell'ultimo decennio, una sviluppo significativo grazie all'intervento di istituzioni e individui, di matrici varie, che hanno fornito contributi apprezzabili alla crescita della sensibilità biblica personale e collettiva. Negli ultimi dieci anni, sia in ambito cattolico che protestante ed ortodosso, è affiorata l'esigenza di una formazione cristiana di base sempre più pensata e seria. In essa la Bibbia dovrebbe occupare il ruolo centrale e l'attenzione ecumenica, pur nel rispetto delle legittime specificità confessionali, dovrebbe rivestire un'importanza strutturale e non essere un mero elemento di carattere complementare (1).
     Per favorire tutto ciò in modo sistematico e libero, organico e interattivo, il 15 gennaio scorso è stata fondata, a Lugano, l'Associazione Biblica della Svizzera Italiana (=A.B.S.L) un sodalizio culturale ecumenico, che ha quale suo fine favorire la lettura e lo studio della Bibbia nel territorio elvetico abitato in maggioranza da italofoni. In particolare essa intende promuovere
     - l'ideazione e la realizzazione di iniziative atte a far comprendere l'importanza della conoscenza biblica per la formazione culturale della popolazione della Svizzera Italiana;
     - il sostegno alla formazione culturale in campo biblico per tutti coloro che svolgono funzioni educative in campo religioso, in primis cristiano, e civile;
     - la partecipazione, d'intesa con gli organismi dipartimentali e/o religiosi competenti, alla formazione degli insegnanti nel sistema scolastico e universitario pubblico e privato della Svizzera Italiana (2).
     L'A.B.S.I. mira a cooperare con tutti i soggetti individuali e tutte le istituzioni culturali che pongano la Bibbia al centro della loro attività. L'associazione ha già ricevuto varie richieste di collaborazione e di consulenza culturale, in particolare per il fatto che il 2003 è, per la Svizzera, la Germania e l'Austria, "l'Anno della Bibbia". Tutte queste sollecitazioni sono di grande interesse e testimoniano, in particolare in questo momento storico della cultura occidentale ed universale, quanto sia importante contribuire a valorizzare la Bibbia come straordinaria fonte di crescita spirituale e formidabile terreno di confronto e dialogo effettivo alla ricerca dell'identità più autentica dell'essere umano (3). Conoscere le sacre Scritture ebraiche e cristiane con serietà e passione significa poter riscoprire alcune delle radici essenziali dell'identità culturale euro-mediterranea e avere delle occasioni per aprire cuore e mente agli altri esseri umani al di là di qualsiasi settarismo ed integralismo.
     Nessuno sente il bisogno di un'ulteriore commissione o istituzione capace essenzialmente di produrre documenti ricchi di pie intenzioni e destinati a restare lettera morta. Confidiamo che l'A.B.S.I. possa divenire un organismo capace di valorizzare tutte le energie esistenti nella Svizzera Italiana a livello di formazione biblica rigorosa ed appassionata. Questo potrebbe essere il primo passo di un processo orientato a far conoscere sempre più quanto già esiste in merito e ad ideare iniziative che uniscano persone di formazione anche molto diversa, in nome di una cultura umana che, in quanto fondata sulla conoscenza della sacra Scrittura a tutti i livelli, appaia sempre più capace di rispondere alle domande fondamentali dell'uomo contemporaneo.
     Il periodico "Parola & parole", che qui presentiamo per la prima volta, intende essere sia strumento di collegamento tra i membri dell'A.B.S.I. che forum di approfondimento, discussione e dialogo circa contenuti e forme relativi ai testi biblici e ai loro rapporti con questioni antiche e moderne dell'identità culturale collettiva. La Parola divina in rapporto e a confronto con parole umane che cercano di interpretarla nel modo più vivo e fedele possibile: questo sarà l'obiettivo di tutti i numeri di "Parola & parole", scopo perseguibile solo grazie a collaborazioni e interazioni multiple che cercheremo sempre di accogliere e suscitare senza riserve mentali e senza pregiudizi.
     Nel primo numero la rivista ha, quale elemento centrale, il testo della relazione che mons. Rinaldo Fabris, biblista di fama internazionale e presidente dell'Associazione Biblica Italiana, tenne a Lugano il 25 gennaio scorso in occasione della presentazione ufficiale dell'Associazione Biblica Ticinese, divenuta di lì a pochi giorni, Associazione Biblica della Svizzera Italiana. Si è ritenuto opportuno pubblicare integralmente le pagine del prof. Fabris anche perché da molte parti, all'interno e all'esterno delle chiese cristiane operanti nella Svizzera Italiana, è stato espresso un entusiastico elogio nei confronti di quanto Fabris disse. Le parole di mons. Fabris sulla lettura della Bibbia nella cultura e nella Chiesa anzitutto in Italia, possono essere un'occasione di riflessione importante per chiunque, particolarmente nella Svizzera italofona, sia interessato a crescere in sensibilità interiore e sociale alla scuola di una Parola che responsabilizza e libera chi la ascolta come pochissime altre nella storia dell'umanità.
     Al termine della rivista si possono leggere notizie essenziali su alcune iniziative di lettura biblica previste per i prossimi mesi. Al centro della brochure si può trovare un foglio contenente tutte le informazioni necessarie per coloro che desiderassero iscriversi all'A.B.S.I. La nostra associazione è nata per non essere elitaria ed intellettualistica, ma popolare nel senso più elevato e cordiale di questa parola. Ci pare, infatti, che la ricerca della verità sull'uomo e sul mondo sia compito e opportunità più possibile a ciascuno, se tale ricerca avviene nella collaborazione e nel confronto franco e leale tra persone di ispirazione culturale eterogenea, al di là e al di fuori di schieramenti rigidi e contrapposizioni ideologiche (4).
     Certamente dove, nella Chiesa complessivamente intesa, prevalgono clericalismi, autoritarismi o personalismi che fanno guardare con maggiore rispetto e considerazione agli scritti di questo o quel "leader" che ai testi biblici, l'attenzione alla Parola non sarà mai effettiva. D'altra parte, non si può riscontrare alcun reale apprezzamento per la Bibbia là dove ha ancora la meglio un laicismo di stampo settecentesco o ottocentesco, che è ostile a qualsiasi contenuto o elemento che abbia sentore di "religione".
     Comunque, al di fuori di questi ambienti ed atteggiamenti, egualmente perniciosi per qualsiasi riflessione di taglio radicalmente umanistico ed umanizzante, il crescente interesse per le sacre Scritture ebraiche e cristiane in Occidente deve essere sostenuto ed incoraggiato. E la società euro-atlantica contemporanea deve poter rielaborare, con rigorosa fedeltà e acuta attenzione alle istanze più profonde della cultura di oggi, quanto di etico e di estetico la Bibbia ci ha consegnato attraverso lo studio, il culto e la formazione globale di molte generazioni umane.
     Siamo certi che, con l'aiuto di tutti coloro che sono interessati a riscoprire le radici dell'umanità comune, anche la nostra associazione potrà dare, attraverso "Parola & parole" e in molte altre forme, un suo contributo in questa direzione. Il futuro dirà se sapremo muovere positivamente lungo questa strada, cioè se le nostre parole non saranno indegne della Parola che cercheranno di considerare e di proporre.

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1) Si veda, in proposito, come tappa importante dell'attenzione alla Bibbia nella Svizzera italiana il volume Leggere la Bibbia oggi, Ancora, Milano 2001, pp. 174.
2) L'A.B.S.I. è stata fondata da Ernesto Borghi, Pio Camilotto, Daniele Campoli, Emilio Conrad, Martino Dotta, Gino Driussi, Renato Fadini, Claudio Laim, Giuseppe Laiso, Luigi Maffezzoli, Mihai Mesesan, Italo Molinaro, Enrico Morresi, Carlo Silini, Sandro Vitalini e Giorgio Zappa. I fondatori cureranno la realizzazione degli scopi statutari dell'associazione sino alla convocazione, entro un anno dalla data di fondazione, dell'assemblea generale costitutiva. Il coordinatore del gruppo dei soci fondatori è Ernesto Borghi, che rappresenterà verso terzi l'A.B.S.I. fino alla convocazione dell'assemblea costitutiva stessa.
3) «Per poter dialogare occorre essere uomini liberi e semplificati, profondamente inseriti nella vita: liberi - ad esempio - dall'ansia di possesso, dai valori illusori, dalle ideologie, in una parola da tutte quelle sovrastrutture e quelle alienazioni che ci distraggono dall'essenziale. Perché è vero dialogo solo quello che si svolge in profondità attorno ai problemi veri dell'esistenza... Il dialogo richiede profonde radici, cioè una chiara consapevolezza della propria identità. Solo un albero con profonde radici può esporsi - senza pericoli al vento del deserto. Il dialogo richiede la capacità di rendere ragione della propria fede e della propria speranza: non necessariamente per convincere, ma per mostrare che la propria esperienza di fede è intellettualmente onesta e degna di rispetto. Il dialogo richiede il coraggio di rinunciare a un linguaggio di gruppo (che soltanto chi è come noi è in grado di comprendere), per adottare un linguaggio desunto dall'esperienza comune, in grado di raggiungere chiunque» (B. MAGGIONI, Il tesoro nascosto, Ancora, Milano 1999, pp. 91-92).
4) «Ritengo come un dono tutto quello che ognuno dei fedeli potrà sentire meglio di me: perché tutti coloro che sono docili a Dio sono organi della verità! Ed è in potere della verità che essa si manifesti attraverso di me agli altri e che attraverso gli altri giunga a me. Essa è certamente uguale per tutti noi, anche se non tutti viviamo allo stesso modo; ora tocca l'uno, perché ascolti con profitto quanto essa ha fatto risuonare per mezzo di un altro; ora invece tocca un altro perché faccia risuonare chiaramente ciò che altri ancora devono ascoltare» (GREGORIO MAGNO, Moralia in Job, XXX 27,81 in Patrologia latina 76,529).

 

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Per vivere e far vivere da esseri umani
di Ernesti Borghi

 

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