quali lui comunica e arricchisce la vita degli altri – sono l’unico criterio di credibilità.
Il finale è espresso in formula solenne, con l’Amen, Amen, cioè “«In verità, in verità vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio» – le opere di Gesù sono tutte comunicazioni vitali per gli altri – e poi Gesù dice – e può sembrare sbalorditivo, “«ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre»”.
Come si fa a compiere azioni più grandi di Gesù?
Gesù non ha potuto rispondere a tutti i bisogni dell’umanità, ed è nella comunità dei discepoli che si rifà al suo nome e mette come unico valore assoluto della propria esistenza – l’unico e sacro – il bene dell’uomo, una comunità che si mette in questo dinamismo dell’«essere verità», quindi non di avere la verità per giudicare gli altri, ma di essere per avvicinare tutti, questa è una comunità dove l’azione divina crescerà e sarà in misura traboccante a favore degli altri.
Dice Gesù: “Tutto questo sarà perché io vado al Padre”, perché lui collabora con loro. Quindi Gesù li rassicura che la sua morte non sarà un’assenza, ma una presenza ancora più intensa e vivificante.
Gesù in compagnia dei discepoli
Rembrandt van Rijn (1634)
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