Monografie – No. 38
Leggere la Bibba con bambini e preadoescenti


Formazione culturale ed educazione religiosa

 

a cura di
Ernesto Borghi – Muriel A. M. Pusterla

contributi di
Cristina Arcidiacono – Elena Lea Bartolini De Angeli – Emanuele Di Marco – Eugenio Fortunato – Licia Inicco – Marinella Giovannini – Raffaella Palumbo – Anna Peiretti – Deborah Michelin Salomon – Paolo Tognina

 

Editoriale

La Bibbia
con bambini e preadolescenti

Nelle attività formative che contraddistinguono tante istituzioni culturali, bambini e preadolescenti ricevono attenzioni di varia impor- tanza, talora maggiore, talaltra minore. Nel rapporto tra le Scritture bibliche e le generazioni più giovani sicuramente si può riscontrare una serie di progressi, anzitutto pensando a quanto in proposito è a disposi- zione in termini di libri e altri strumenti, rispetto a quanto lo era anche solo qualche decennio fa.

Non si può dire altrettanto in termini di iniziative di educazione alla fede cristiana, che vedano la Bibbia come cuore e radice di ogni discorso, ovviamente all’altezza cognitiva e relazionale di persone in cre- scita tra i 2-3 e i 12-13 anni di età.

La nostra convinzione – per fortuna non soltanto nostra – che testi e valori biblici siano elementi qualificanti e fondamentali della cultura euro-occidentale si sposa con l’idea che essere ebrei e cristiani significhi avere un rapporto davvero esistenziale con le Scritture. Tale relazione si può e si deve costruire gradatamente, tenendo conto della fisionomia di bambini e ragazzi secondo serie logiche di competenza contenutistica e pedagogica e al di fuori di qualsiasi tentazione indottrinante. Su questa strada il cammino ci pare ancora molto lungo per raggiungere esiti signi- ficativi per il bene di coloro che hanno bisogno più che mai di proposte che le/li facciano crescere alla ricerca libera e appassionata del senso della vita.

La pubblicazione di questo numero 38 “Parola&parole – mono- grafie”, che costituisce una sorta di “completamento” del n. 34 (“Bibbia, adolescenti e giovani. Dati, riflessioni, prospettive”), intende offrire un contributo alle prospettive educative e formative appena menzionate.

Proporre la lettura biblica a scuola oppure nelle comunità religiose parte da esigenze diverse, della cui differente peculiarità occorre essere sempre consci. Fare cultura nelle scuole pubbliche o educare alla fede nelle istituzioni religiose significa sapere che gli obiettivi sono certamen- te diversi, per varie ragioni piuttosto evidenti, e che la serietà in termini di profondità contenutistica e di attenzione pedagogica deve essere la stessa.

Nel caso, poi, di bambine e bambini tra i 2 e gli 8 anni, tanti con- tenuti emergenti da molte pagine bibliche, in particolare di carattere variamente “storico”, vanno proposti secondo una dimensione narrativa certamente diversa da quanto possibile a ragazze e ragazzi capaci cogni- tivamente di astrarre e di concettualizzare. Il famoso adagio galileiano relativo alla funzione religioso-salvifica e non scientifica della Bibbia deve essere ben presente a docenti e a operatrici e operatori dell’educa- zione religiosa, in modo da tenerne conto il più possibile quando testi e valori espressi dalle Scritture sono oggetto di attività formativa e/o educativa verso bambini e ragazzi.

Nei saggi che seguono lettrici e lettori troveranno riflessioni rela- tive ai contesti scolastici e altre concernenti quelli religiosi tout court. Crediamo che gli spunti formativi siano molti, nella differenziazione che abbiamo pensato tra “contributi” e “testimonianze”. Gli orizzonti cultu- rali che si aprono a partire da queste riflessioni sono piuttosto ampi. Speriamo che osservazioni e suggestioni offerte possano suscitare idee e ulteriori slanci di approfondimento. Quanto più il sistema scolasti- co e le istituzioni religiose consentiranno a chi è tra i 2 e i 13 anni di crescere con una sensibilità culturale apprezzabile anche sotto il profilo biblico, tanto più l’umanizzazione collettiva sarà maggiore e migliore a cominciare dalle generazioni più giovani. Sempre considerando che le piste proposte dalle Scritture bibliche e da ebraismo e cristianesimo costituiscono alcune vie certamente intense ed importanti, ancorché non le uniche nella ricerca del senso della vita personale e sociale.

Ernesto Borghi            Muriel A. M. Pusterla

 

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