Monografie – No 19 – Dicembre 2016

Lutero, la Bibbia e la lettera ai Romani. Fonti, analisi, interpretazioni

di Pier Luigi Galli Stampino, Franco Buzzi, Stefania De Vito a cura di Ernesto Borghi

Prefazione

Per iniziare a conoscere Martin Lutero
leggendo Paolo di Tarso

Ernesto Borghi

Che cosa significa riformare la Chiesa di Gesù Cristo? Questa domanda, con maggiore o minore profondità culturale e passione religiosa, ha probabilmente attraversato, anche quando non era formulata precisamente così, il cuore e la mente di tante persone in varie epoche e molteplici occasioni. La fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo e alla libertà individuale e sociale derivante da tale rapporto è stata offuscata o annichilita da altre relazioni, spesso liaisons terriblement dangéreuses: la ricerca del potere, del denaro e del successo come obiettivi prioritari. Questi tre idoli hanno reso sovente istituzioni, ambienti ed esponenti della Chiesa capaci di veri tradimenti rispetto al Dio di Gesù Cristo in cui spesso affermavano di credere.
Indubbiamente una delle fasi della storia del cristianesimo più complesse in proposito è stata quella dei secoli XV e XVI. In questo quadro temporale la figura e l’opera del

monaco agostiniano tedesco Martin Luther ha inciso in modo particolarissimo sulla storia religiosa e civile della Germania e, per molti versi, su quella della cultura europea e mondiale. Sino al 31 ottobre 2017, quando sarà vissuto il cinquecentesimo anniversario della cosiddetta “affissione” a Wittenberg delle 95 tesi contro la pratica, locale e non, delle indulgenze, potremo anche avere una strana impressione: che sia iniziata una sorta di “processo di beatificazione” di Lutero, dopo che sino a pochissimo tempo fa – e in certi ambienti “cristiani” fondamentalisti ancora oggi – egli era spesso visto in termini
largamente negativi anzitutto sotto il profilo religioso.
Indubbiamente Lutero visse momenti difficili e fu responsabile anche di posizioni del tutto censurabili (una su tutte: l’antigiudaismo violento e veemente di certi suoi interventi, per es., il tragico libello Degli ebrei e delle loro menzogne). Cionondimeno a Lutero anzitutto ogni credente cristiano, ma anche l’umanità in generale deve rendere grazie costantemente almeno per una ragione: l’attenzione che egli pose alla centralità della Bibbia e della sua lettura esistenziale come dimensione essenziale dell’essere effettivamente cristiani.
Questo numero di “Parola&parole – monografie” intende essere un modo per celebrare questo grandissimo e innegabile merito storico di Lutero attraverso un approccio triplice, reso possibile dalla competenza e dalla generosità di coloro che hanno collaborato a questo nostro volumetto e che ringrazio di ciò con vivissima cordialità.
Ragioneremo in primo luogo sul rapporto tra il riformatore tedesco e la Bibbia nella sua globalità (le preziose, sintetiche osservazioni di Franco Buzzi che qui riportiamo, come il suo recentissimo saggio La Bibbia di Lutero, ci aiuteranno in proposito).
Secondariamente offriremo una lettura globale di uno dei libri biblici – la lettera di Paolo ai Romani – che maggiormente

hanno inciso nella formazione e vocazione accademica ed educativa di Lutero, motivandone gli slanci al ritorno alla radicalità della fede delle origini cristiane. Le osservazioni storico-culturali introduttive di Stefania De Vito e il commento divulgativo generale alla lettera proposto da Pier Luigi Galli Stampino consentiranno a lettrici e lettori di confrontarsi da vicino con questi folgoranti e intensissimi capitoli paolini. Essi appaiono davvero l’apice teologico ed antropologico del pensiero e dell’opera di Paolo. Durante lo sviluppo della trattazione lettrici e lettori troveranno, a pie’ di pagina, alcune osservazioni sul testo paolino in esame tratte dalle lezioni proposte da Lutero sulla lettera ai Romani tra il 1515 e il 1516, dunque a pochissima distanza temporale dal fatidico anno 1517.
In terzo luogo, proprio per presentare quanto Lutero stesso abbia scritto per introdurre alla lettera ai Romani, ci è parso doveroso e stimolante proporre una traduzione della prefazione a questo libro neo-testamentario che egli pubblicò nel 1522 proprio per un’edizione della sua traduzione della Bibbia.
Chi leggerà questo nostro libretto, in certi passaggi certo impegnativo, avrà alcune opportunità per mettersi in rapporto con Martin Lutero a partire in particolare, dal suo approccio con la lettera rivolta da Paolo alla comunità di Roma. Ciò permetterà, speriamo, a tutti di fare delle esperienze culturali e spirituali di grande spessore, al di fuori da ogni accademismo erudito e con tutta l’appassionata serietà che l’approccio con Lutero, lettore di Paolo, e il confronto con lo scritto più articolato e “mature” dell’Apostolo delle genti indubbiamente possono stimolare ed esigere… Buona lettura!


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