l’ultima volta che compare il diavolo e si annuncia la sua sconfitta definitiva perché il fuoco era quello che eliminava tutto – “«e per i suoi angeli»”, letteralmente “inviati”. Queste persone sono stati inviate dal diavolo perché, anziché comunicare vita come i primi, hanno soltanto comunicato la morte.
“«Anch’essi allora risponderanno»”, e qui la risposta è differente. Mentre i primi hanno detto “quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare?”, questi, molto più sbrigativamente, riassumono il tutto. “«Quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo servito?»”
Quindi riassumono le situazioni di bisogno verso le quali sono stati indifferenti. E’ interessante il verbo adoperato, “servire” (diakone,w); questi non hanno nulla a che fare con un Dio che non chiede di essere servito, ma di servire. Loro pensano di servire il Signore, ma non sanno che il Signore non è venuto per essere servito, ma lui a servire. Loro credono di averlo servito mediante le pratiche religiose, magari proclamandolo Signore.
Ebbene, Gesù con questi non ha nulla a che fare. Gesù non conosce quelli che non hanno amato. In questo brano il Signore non chiederà alle persone se hanno creduto, ma se hanno amato; non chiederà se sono saliti al tempio, ma se hanno aperto la loro casa al bisognoso. Non chiede se hanno offerto, ma se hanno condiviso il loro pane con l’affamato.
Ed ecco la sentenza: “«In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me. Ed essi se ne andranno: questi al supplizio eterno …»”, letteralmente “punizione”.
Il termine “punizione” (ko,lasij) viene dal verbo (kola,zw) che indica “mutilare”. La punizione non è dovuta al Padre, ma sono essi stessi che si sono puniti in quanto la loro è una vita mutilata, non giunta a pienezza. Hanno pensato soltanto a nutrire se stessi e non hanno nutrito gli altri. Quindi è una vita mutilata.
“«I giusti invece alla vita eterna»”. Gesù sta citando il profeta Daniele però inverte la finale. Mentre il finale del profeta Daniele parlava di “infamia eterna”, Gesù lo volge al positivo, con un’immagine al positivo, con la vita eterna.
Per avere la vita eterna basta rispondere agli elementari bisogni delle persone. Non si chiedono azioni straordinarie, ma soltanto azioni umanitarie.
Crisito Re – chiesa Christus König a Thuine / Germania
Mosaico di Georg Poppe (1883-1963)