LA MIA CARNE E’ VERO CIBO E IL MIO SANGUE VERA BEVANDA_cont

«Come il Padre, che ha la vita»” – ed è l’unica volta che Dio viene definito come il Padre che è vivente – “«ha mandato me»” – il Padre ha mandato il figlio per manifestare il suo amore senza limiti – “«e io vivo per il Padre, così anche colui che mastica …»” – di nuovo Gesù insiste con questo verbo trw,gw che indica non un’adesione teorica, ma reale e concreta – “«…me, vivrà per me»”.

Alla vita ricevuta da Dio corrisponde una vita comunicata ai fratelli. Questo è il significato dell’Eucaristia. E, come il Padre ha mandato il figlio ad essere manifestazione visibile di un amore senza limiti, così quanti accolgono Gesù sono chiamati a manifestare un amore incondizionato.

E conclude Gesù: «Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono»”. Gesù mette il dito nella piaga del fallimento dell’Esodo. Tutti quelli che sono usciti dall’Egitto sono morti. I loro figli sono entrati. E Gesù contrappone il suo esodo che è destinato invece a realizzarsi pienamente.

E di nuovo Gesù insiste: «Chi mastica»” – quindi adesione piena e totale, non simbolica, “«questo pane vivrà per sempre»”.

Chi orienta la propria vita, con Gesù e come Gesù, a favore degli altri, ha già una vita che la morte non potrà interrompere.

 

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Cena peccatori

La cena con i peccatori

di Sieger Köder